EdWaRd & BeLLa

EdWaRd & BeLLa

x ki ha pianto mentre leggeva i libri... può rivivere le emozioni + belle grz a qst gruppo!!

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Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'assenza e del tempo.Poco importava che lui fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me.Era destinato a essere mio per sempre, come io appartenevo a lui. (Bella)

..EccoAlcuneDellePartiPiùBelleDelLibro.. 

  

*Prefazione* 

Non avevo mai pensato seriamente alla mia morte, nonostante nei mesi precedenti ne avessi avuta più di un'occasione, ma di sicuro non l'avrei immaginata così. 
Con il fiato sospeso, fissavo gli occhi scuri del cacciatore, dall'altra parte della stanza stretta e lunga, e lui ricambiava, con uno sguardo garbato. 
Era senz'altro una bella maniera di morire, sacrificarmi per un'altra persona, qualcuno che amavo. Una maniera nobile, anche. Conterà pur qualcosa. 
Sapevo che se non fossi mai andata a Forks non mi sarei trovata di fronte alla morte. Per quanto fossi terrorizzata, però, non riuscivo a pentirmi di quella scelta. Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa, non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude. 
Il cacciatore fece un sorriso amichevole e si avvicinò con un passo lento e sfrontato, pronto a uccidermi. 

"Isabella". Pronunciò il mio nome completo con attenzione; poi, con la mano libera, giocò con i miei capelli, scompigliandoli. Quel contatto così casuale mi scatenò una tempesta dentro. "Bella, arriverei a odiare me stesso, se dovessi farti del male. Non hai idea di che tormento sia stato", abbassò gli occhi, intimorito, "il pensiero di te immobile, bianca, fredda... di non vederti più avvampare di rossore, di non poter più cogliere la scintilla nel tuo sguardo quando capisci che ti sto prendendo in giro... non sarei in grado di sopportarlo". Mi fissò con i suoi occhi meravigliosi e angosciati. "Ora sei la cosa più importante per me. La cosa più importante di tutta la mia vita". [Edward] 

"E se non fossi il supereroe? Se fossi il cattivo?" [Edward]
 
"Ti amo" disse "è una giustificazione banale per quanto faccio, ma sincera".[Edward]
 
Il resto del mondo non mi interessa, se non ci sei tu.
 
Ecco, tu sei esattamente la mia qualità preferita di eroina.[Edward]
 
- Quando parlo con te mi lascio sempre scappare troppe cose. Questo è uno dei problemi. 
- Non preoccuparti, tanto non ne capisco una.
 
"Ho pensato che se proprio devo andare all'inferno, tanto vale andarci in grande stile."
 
"Se fossi capace di sognare, sognerei te. E non me ne vergogno".
 
- "Mi manchi" sussurrai. 
- "Lo so, Bella. Credimi, lo so. È come se ti fossi portata via metà di me stesso" 
- "E allora vieni a riprendertela" 
- "Presto, il più presto possibile. Prima ti salverò" 
- "Ti amo".
 
Mi rivolse il suo solito sorriso sghembo, che mi fermò il respiro e il cuore. Non riuscivo a immaginare un angelo più splendido. In lui non c'erano imperfezioni da correggere.
 
Tutto a un tratto mi sembrò rassegnato. "Cosa vuoi sapere?" 
"Quanti anni hai?" 
"Diciassette" rispose istantaneamente 
"E da quanto tempo hai diciassette anni?" 
"Da un po'"
 
"E per cosa dovrei scusarmi?" 
"Per aver rischiato di sparire dalla mia vita per sempre."
 
Se la vita ti offre un sogno che supera qualsiasi tua aspettativa non è giusto lamentarsi perché alla fine si conclude.
 
"Hai detto che mi amavi"
"Lo sapevi già"
"Però è stato bello sentirlo"
"Ti amo"
"Tu sei la mia vita, adesso"
 
Fece quel che mi sembrò un respiro profondo, poi uscì, nella luce abbagliante del sole di mezzogiorno.
Alla luce del sole Edward era sconvolgente. Non riuscii ad abituarmici; eppure non gli tolsi gli occhi di dosso per tutto il pomeriggio. La sua pelle, bianca nonostante il debole colorito acquistato dopo la battuta di caccia del giorno precedente, era scintillante, come ricoperta di piccoli diamanti. Se ne stava perfettamente immobile nell’erba, con la camicia aperta sul petto iridescente e scolpito, le braccia nude e sfavillanti. Le palpebre, pallide e luminose, erano chiuse, ma ovviamente non dormiva. Una statua perfetta, sbozzata in una pietra sconosciuta, liscia come il marmo, lucente come il cristallo.
 
"Per quasi novant’anni ho vissuto tra quelli della mia specie, e della tua… sempre certo di bastare a me stesso, senza sapere ciò che stavo cercando. E senza trovare nulla, perché non eri ancora nata."[Edward]
 
Al mio fianco si materializzò Edward. Mi strinse nella sua presa d’acciaio, fino quasi a soffocarmi. Incurante della presenza dei suoi famigliari, mi alzò da terra e avvicinò le labbra alle mie. Le sentii, fredde e dure, per il più breve degli istanti. Poi mi posò a terra accarezzandomi il viso, gli occhi ardenti fissi nei miei.
Quando si voltò, aveva il vuoto, la morte, nello sguardo.
E se ne andarono.
Gli altri furono tanto rispettosi da distogliere gli occhi da me, mentre il mio volto si rigava di lacrime mute.
 
"E allora preparati alla fine", mormorò, quasi tra sé. "Preparati al crepuscolo della tua vita appena iniziata. Preparati a rinunciare a tutto."[Edward]
 
"Edward è rimasto solo per quasi un secolo. Ora ha trovato te. Dopo tutti questi anni passati insieme a lui, certi cambiamenti non ci sfuggono, e lui è diverso, adesso. Pensi che avremmo il coraggio di guardarlo in faccia per i prossimi cent’anni, se ti perde?"[Alice]
 
Gli sfiorai il viso."Stammi a sentire. Ti amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, senza eccezioni. Non ti basta?". 
"Sì, mi basta", rispose, sorridendo. "Mi basta, per sempre".
 
Lui si allŌиtaиò di scattŌ, lib℮raиdŌsi s℮иza difficŌltà dalla mia pr℮sa. 
"Accid℮иti B℮lla" sbŌttò aиsimaиt℮ "tu mi vuoi mŌrto, altrŌché!" 
Mi piegai iи avaиti, appŌggiaиdŌmi all℮ giиŌcchia per иŌи p℮rd℮r℮ l'℮quilibriŌ. 
"Tu s℮i iиdistruttibil℮", sussurrai, s℮иza fiatŌ. 
"LŌ cr℮d℮vŌ aиch℮ iŌ, prima di cŌиosc℮rti"
 
† New Moon †
«Prima di te, Bella, la mia vita era una nÖtte senza luna. MÖltÖ buia, ma cÖn qualche stella: punti di luce e raziÖnalità... PÖi hai attraversatÖ il cielo cÖme una meteÖra. All' imprÖvvisÖ, tutto ha preso fuÖcÖ: c'era luce, c'era bellezza. QuandÖ sei sparita la meteÖra è scomparsa dietrÖ l' Örizzonte e il buiÖ è tÖrnatÖ. NÖn era cambiatÖ nulla, ma i miei occhi eranÖ rimasti accecati. NÖn vedevÖ più le stelle. Niente aveva più sensÖ.»


 
 
-ŋeш мσσŋ-  

Qυeѕтe gισιe νισℓeитι
нαииσ fιиι νισℓeитι
Mσισиσ иeℓ ℓσяσ тяισиfσ
cσмe ℓα ρσℓνeяe dα ѕραяσ ed ιℓ fυσcσ
Cнe ѕι cσиѕυмα иeℓ ℓσяσ ρяιмσ вαcισ
 
 

-вяεαкιиg dαωи-


Mi SPAVENTò L SUO ACCESSO Di RiSATE CHE GLi FECE CHiNARE LA TESTA ALL'iNDiETRO, PER POi ECHEGGiARE FRA GLi ALBERi.
"PERCHè RiDi Di ME?"
Si FERMò SUBITO E ViDi CHE ERA TORNATO CiRCOSPETTO.
"NON RiDO Di TE, BELLA. RiDO PERCHè SONO SENZA PAROLE. E SONO SENZA PAROLE PERHè SONO COMPLETAMENTE STRABiLiATO. TU NON DOVRESTi ESSERE iN GRADO Di FARE QUESTE COSE. Di ESSERE COSì RAZiONALE. NON DOVRESTi ESSERE iN GRADO Di STARE QUì A DISCUTERE CON CALMA. E SOPRATTUTTO, NON DOVRESTi ESSERE iN GRADO Di SCAPPARE, NEL BEL MEZZO DI UNA CACCiA, DALLA SCIA DEL SANGUE UMANO NELL'ARiA. PERSiNO VAMPiRi MATURi HANNO DiFFiCOLTà A FARLO. BELLA, TU Ti COMPORTi COME SE FOSSi UNA VAMPiRA DA DECENNi iNVECE CHE DA POCHi GiORNI".
 
 

 


 
ERO Più FORTE Di EDWARD.
GLi AVEVO FATTO DiRE AHi



 

perplessa, osservavo il suo sguardo su mia figlia. 
La fissava come... come un cieco che vede il sole per la prima volta.
"no!" rantolai. "stupido imbecille! come hai potuto? Come..hai osato avere l' iMPRiNTiNG con mia figlia??? sei fuori di testa?!"
"non è una cosa volontaria, e poi anchio piaccio a Nessie" rispose Jacob.
"come l'hai...chiamata?"
" beh " mugugnò "il nome che le hai dato è un po' difficile da pronunciare e..."
"hai dato a mia figlia il soprannome del mostro di Loch ness??" strillai.
E mi avventai sulla sua gola
 
 
..TWiLiGHT 
"Quαnte volte" chiesi disinvoltα. 
"Come? " Sembrαvα l'αvessi distolto dα chissà quαle cαtenα di pensieri. 
Non mi voltαi. "Quαnte volte sei venuto qui? ". 
"Vengo α trovαrti quαsi tutte le notti". 
Mi voltαi di scαtto, stupitα: "Perché?" 
"Sei interessαnte quαndo dormi". Lo dicevα come se niente fosse. "Pαrli nel sonno". 
"No! " sbottαi, rossα di vergognα fino αi cαpelli. 
Erα dispiαciuto, glielo leggevo negli occhi. "Sei tαnto αrrαbbiαtα con me?" 
"Dipende! " Mi sentii come se quαlcuno mi αvesse rubαto l'αriα. 
αspettò che chiαrissi. 
"Dα... " mi sollecitò dopo un po'. 
"Dα quel che hαi sentito! " strillαi. 
αll'istαnte, in silenzio si mαterializzò αl mio fiαnco e mi prese le mαni con delicαtezzα. 
"Non essere così sconvoltα" Si chinò su di me e dα pochi centimetri di distαnza mi fissò negli occhi. 
Ero imbαrαzzαtα, e cercαi di distogliere lo sguαrdo. 
"Ti mαncα tuα mαdre" sussurrò. 
"E che αltro?" 
Sαpevα dove volevo αrrivαre. "Hαi pronunciαto il mio nome" αmmise. 
Sospirαi, rαssegnαtα: "Tαnte volte?" 
"Quαnte sαrebbero precisαmente - tαnte-?" 
"Oh, no! " chinαi lα testα. 
"Non prendertelα con te stessα" mi sussurrò in un orecchio. "Se fossi cαpαce di sognαre, sognerei te. E non me ne vergogno".
Bellα
"Bene, parliamo", dissi. Apparivo molto più coraggiosa di quanto non fossi.   Prese fiato. "Bella, stiamo per andarcene". Respirai a fondo. Era una scelta accettabile. Mi credevo pronta. Invece, dovevo sapere.    "perchè proprio adesso? Ancora un anno...".   "Bella è il momento giusto. Per quanto tempo credi che potremmo restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena trent'anni e già ne deve dichiararne trentatrè. Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare da capo".       La sua risposta mi lasciò perplessa. Pensavo che andarcene servisse a lasciare in pace la sua famiglia. Che senso aveva partire se loro ci avrebbero seguiti? Lo fissai, sforzandomi di capire.   Lui sostenne il mio sguardo, impassibile.      Un attacco di nausea mi confermò che avevo capito male.  "Hai detto stiamo ..", sussurrai.     "intendo la mia famiglia e me". Scandito parola per parola. Scuotevo la testa avanti e indietro, meccanicamente, cercando di sgombrarla dai pensieri. Lui restò in attesa, senza dare segni di impazienza. Mi ci volle qualche minuto, prima di riuscire a parlare.       "Okay", dissi. "Verrò con te".     "Non puoi Bella. Dove stiamo andando... non è il posto adatto a te".      "Il mio posto è dove sei tu".        "Non sono la persona giusta per te, Bella"      "Non essere ridicolo". Il moto di rabbia che avrei voluto sfoderare si manifestò in una richiesta implorante. "Sei la cosa migliore che mi sia capitata, davvero".      "Il mio mondo non è fatto per te", rispose risoluto.       "Ma ciò che è successo con Jasper... non conta niente, Edward... niente!"     "Hai ragione. Era semplicemente un gesto prevedibile".    "L'hai promesso! A Phoenix hai promesso di imanere...".     "Fino a quando fosse stata la cosa migliore per te", precisò interrompendomi.     "NO! Non dirmi che il problema è la mia anima!", gridai, furiosa con le parole che esplodevano, eppure anche quella sembrava una supplica. "Carlisle mi ha detto tutto, ma non m'interessa, Edward. Non mi interessa! Prenditi pure la mia anima. Senza te non mi serve: è già tua!".   Prese fiato e per un istante il suo sguardo vagò in basso sul terreno. Sulle sue labbra, una smorfia accennata. Quando finalmente mi guardò di nuovo, era diverso, duro, come se l'oro liquido dei suoi occhi si fosse congelato.     "Bella non voglio che tu venga con me". Scandì quelle parole lentamente, con cura, lo sguardo freddo sul mio viso, in attesa che cogliessi il senso della frase.      Restammo in silenzio mentre ripetevo tra me le sue parole, come ricercandovi un senso o un'intenzione che mi era sfuggita.   "Tu... non... mi vuoi?".    "No".    

SARà COME SE NON FOSSI MAI ESISTITO. 

  

  

 вεαυтιfυl gιяls  
-MiDNiGHT SUN- 

se dÕνevÕ αиdαяe αll' ιиfeяиÕ, тαИтÕ vαlevα gÕdeямι ιl vιαggιÕ..

 

Forse non morirò subito... ma prima o poi succederà. Ogni giorno, ogni minuto, quel momento si avvicina. E diventerò vecchia.
 
  



 

         -℮clips℮-


- «Dormi, mia B℮llα. Fαi tαиti b℮i sogиi. Tu s℮i l'uиicα αd αv℮rmi mαi pr℮so il cuor℮. Sαrά p℮r s℮mpr℮ tuo. Dormi, mio uиico αmor℮.»
 
- «℮ cosα avr℮sti d℮siderαto?» chi℮si pi℮nα di dubbi «tu puoi αv℮r℮ tutto.» 
«Ho d℮sid℮rαto t℮.» ℮ il suo sorriso si sp℮ns℮. «Non n℮ αv℮vo il diritto mα ho αllungato lα mαno ℮ ti ho pr℮sα uguαlm℮nt℮. ℮ orα, guαrdαti cosα s℮i div℮ntαtα! Stαi c℮rcαndo di s℮durre un vampiro.» Scoss℮ lα t℮stα con finto orrore. 
«Non è p℮ccαto d℮sid℮rαre ciò ch℮ è giά tuo, lo sαi. E poi, pensαvo fossi pr℮occupato p℮r la miα virtù.» 
«Lo sono. S℮ p℮r m℮ è troppo tαrdi... Bè αndr℮i αll'inferno, ℮ dico sul s℮rio, pur di imp℮dire ch℮ ci finiscα tu.» 
«Non puoi lαsciαrmi αndαr℮ in un posto in cui tu non ci sαrαi." dissi "P℮r m℮ qu℮llo è l'inf℮rno. Comunqu℮, c'è unα soluzion℮ anch℮ α qu℮sto: ch℮ n℮ dici di div℮ntαr℮ immortαli?»
 
- «Ti odio, Jαcob Blαck». 
  «Mi piαc℮. L'odio è un'℮mozion℮ fort℮, pαssionαl℮». 
  «T℮ lα fαccio v℮d℮r℮ io lα pαssion℮», borbottαi trα i d℮nti.  «L'αssαssinio è il crimin℮ pαssionαl℮ p℮r αntonomαsiα».
 
  -MiDNiGHT SUN- CAP. 10
“Potevi chiamarmi,”disse.
Che conclusione strana. “Ma sapevo che eri sana e salva.”
“Io invece non sapevo dove fossi tu. Io...” Si interruppe bruscamente, e si guardò le mani.
“Cosa?”
“Non mi ha fatto piacere,” disse timidamente, la pelle sulle sue guance bruciava. “non vederti. Anche a me viene l’ansia.”
Sei felice ora? Domandai a me stesso. Beh, ecco il premio per aver sperato.
Ero sconcertato, esaltato, inorridito – per la maggior parte inorridito – per aver realizzato che le mie folli fantasie non erano così lontane dal fare centro. Ecco perché non le importava che io fossi un mostro. Era esattamente la stessa ragione per la quale non mi ero curato a lungo delle regole.
Perché giusto e sbagliato non erano più influenze determinanti. Perché tutte le mie priorità erano cambiate, slittando di un anello verso il basso per fare spazio in cima a questa ragazza.
Bella mi era cara, troppo.
Sapevo che poteva non essere nulla paragonato al modo in cui l’amavo. Ma per lei era abbastanza rischiare la vita per stare qui, seduta al mio fianco. Lo faceva con piacere.
Abbastanza per causarne il suo dolore se io avessi fatto la cosa giusta e l’avessi lasciata.
C’era qualcosa che potevo fare che non l’avrebbe ferita? Proprio nulla?
Avrei dovuto starmene lontano. Non sarei mai dovuto tornare a Forks. Non le avrei causato nient'altro che dolore.
Questo mi avrebbe fermato dal restare accanto a lei adesso? Dal peggiorare la situazione?
Il modo in cui mi sentivo ora, avvertendo il suo calore sulla mia pelle...
No. Niente mi avrebbe fermato.
“Ah,” gemetti. “Così non va.”
“Cos’ho detto?” chiese, rapida nell’accusare se stessa.
“Non capisci, Bella? Che io renda infelice me stesso è una cosa, ma che tu sia coinvolta è una altro paio di maniche. Non voglio più sentirti dire che provi cose del genere.”
Era la verità, era una bugia. La parte più egoista di me stava volteggiando nella consapevolezza che lei mi voleva come io volevo lei. “È sbagliato. È rischioso. Bella io sono pericoloso – ti prego renditene conto.”
“No.” Le sue labbra si imbronciarono arrabbiate.
“Dico sul serio.” Mi stavo scontrando con me stesso così intensamente – mezzo disperato perché volevo che accettasse, mezzo disperato di impedire agli avvertimenti di farla scappare da me – che le parole mi uscirono dai denti in un ringhio.
“Anch’io,” insistette lei. “Te l’ho detto, non mi importa che cosa sei. È troppo tardi.”
Troppo tardi? Il mondo divenne lugubremente bianco e nero per un interminabile secondo mentre nella mia memoria guardavo le ombre trascinarsi sul prato soleggiato verso la figura dormiente di Bella. Inevitabile, inarrestabile. Esse rubavano i colori dalla sua pelle, immergendola nell’oscurità.
Troppo tardi? La visione di Alice mi turbinò in testa, gli occhi rosso cremisi di Bella mi fissarono di rimando impassibili. Inespressivi, ma non c’era possibilità che lei non potesse odiarmi in quel futuro. Odiarmi per averle rubato ogni cosa. Per averle rubato la vita e l’anima.
Non poteva essere troppo tardi.
“Non dirlo mai,”sibilai.
Guardò fuori dal finestrino, i suoi denti a mordere di nuovo le labbra. Teneva le mani in grembo strette in rigidi pugni. Il suo respiro tremolante e spezzato.
“A cosa pensi?” Dovevo saperlo.
Scosse il capo senza guardarmi. Vidi qualcosa brillare, come un cristallo, sulla sua guancia. 
Angoscia. “Piangi?” L’avevo fatta piangere. L’avevo ferita fino a quel punto.
Si strofinò via le lacrime con il dorso della mano.
“No.” Mentì, con la voce rotta.
Alcuni istinti sepolti dentro me da tempo mi suggerirono di allungarmi verso lei – in quel secondo mi sentii più umano che mai. E poi mi ricordai...che non lo ero. E abbassai le mani.
“Scusa,” dissi, con la mascella serrata. Come avrei mai potuto dirle quanto mi dispiaceva?? 

 N0W SOMETHING IN ENGLISH:
This was the time of day when I wished I were able to sleep.
High School.
Or was purgatory the right word? if there was any way
to atone for my sins, this ought to count toward the tally is some measure. The tedium was not something
I grew used to; every day seemed more impossibly  monotonous then the last. I suppose this was 
  my form of sleep--if sleep was defined  as the inert state between active periods.
                                   midnight sun!
Bella swan walked into the flown of the Heated air that blew toward me from the vent. Her scent it me like wrecking ball, like a battering ram. There was no image violent enough to encapsulate the force of what  happened to me in that moment. In that istant,I was nothing close to  the human I'd once been; no trace of the shreds of humanity I'd managed to cloak myself in remained. I was a pedator. She was my prey. There was nothing else is the whole worls but then truth. 
                                     midnight sun!
 

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